Chiesa S.Girolamo

Chiesa di S Girolamo

 

1308/10. Pagava per la decima grani 12 la Chiesa di S. Girordi .
1704. Indicata nella pianta di Arpino con Antro del Monte, chiamato S. Giroldo, che è prebenda di un canonico di S. Michele.
1720. Sopra il Monte, che si dice di S. Gerolle, ove vi è a guisa di una cappelletta, incavata buonaparte nel sasso del medesimo monte, con alcune pitture e si nomina S. Gerolle .
1721. Chiesa di S. Maria di Nazaret o della Madonna di S. Giroldo .
1721. La Chiesa di S. Girolamo era una volta di proprietà delle monache (benedettine), che vi si recavano spesso a diporto, quando non erano costrette dalla Clausura .
9/2/1722. Sopra al monte, andando a Civita Vecchia, vi è la Chiesa di S. Giroldo, che va annessa alla Chiesa di S. Michele, e viene goduta, e posseduta dal Capitolo di S. Michele .
1735. Li devoti della Madonna detta di S. Giroldo fecero la sagrestia e per avere il lume commodo fecero la finestra a dirittura del Monastero (di S. Andrea delle Benedettine), li fu dalla Reverenda Arciabadessa impedita e murata detta finestra, perché l'uliveto adiacente era proprietà delle Monache.
1762. Beneficio di S. Girolamo.
1931. Apposizione ad opera dei fedeli della Croce contigua alla Chiesa, che sovrasta il centro urbano, realizzata nella fucina allora sita al Colle, di mastro Augusto Coccoli e trasportata in loco a dorso di mulo da alcuni volontari guidati da Fortunato Viscogliosi di Civitavecchia.

Il primo documento scritto che testimonia l'esistenza della chiesa è una pagina del registro "Rationes decimarum italianae" nei sec XIII e XIV in cui risulta che all'epoca era conosciuta come "Ecclesia San Geroldi", chiesa di Santa Maria di Nazaret o della Madonna di San Girolamo e pagava un tributo annuo alla Città del Vaticano di 12 grana. Probabilmente, in origine, l'attuale Chiesa era solo un'edicola dedicata a S. Maria Vergine, eretta forse in seguito a presunte apparizioni.
Già nel 1581 come risulta da una relazione autentica fatta nella Curia Vescovile di Sora, dall'allora Canonico D. Domenico Peticco, la chiesa godeva di molte rendite annesse tra cui: la costa del monte da Civitavecchia fino al quartiere Colle, diversi oliveti e appezzamenti di terreno in varie località comunali.
Dell'effettivo assetto della chiesa sino al 1700, data la scarsità di documenti, non si sa quasi nulla, ma di certo nel 1710, si presentava come una piccola grotta, ornata da alcune pitture, nella quale era stato allestito un piccolo altare illuminato da un candelabro e dedicato alla Beata Vergine Maria, la cui immagine era raffigurata in una nicchia. L'ingresso all'antro era delimitato da una cancellata lignea (Atti della Visita Pastorale del Vescovo Diocesano Matteo Gagliano 1709). Risulta sempre costante l'afflusso dei fedeli a questo eremo, inizialmente di proprietà delle Monache Benedettine, poi di pertinenza della parrocchia di San Michele Arcangelo, sotto cui era con il titolo (molto cospicuo) di Beneficio Semplice con prebenda perpetua.
Nel 1735, i devoti di San Girolamo costruirono la sagrestia (parzialmente incavata nella roccia). Tra il 1735 ed il 1766, per motivi sconosciuti, subì dei danni per poi essere riparata, ampliata e ben provvista di arredi sacri grazie alla devozione ed elemosina dei praticanti. Nel 1766, l'impianto presentava due altari, uno ricavato nella roccia dedicato alla Vergine Maria ed un altro dedicato al SS. Crocifisso (da poco eretto e non ancora consacrato).Fu realizzato uno spazio centrale, deputato al culto, antistante l'abside circolare contenente l'altare maggiore e fu ricavata una fila di nicchie nella parete rocciosa delimitante questo spazio. In questo periodo la chiesa era nel pieno delle sue funzioni: vi si celebrava una messa dedicata a Sant'Agata la prima domenica di febbraio, una messa dedicata alla Beata Vergine Maria la prima domenica di maggio, oltre ad altre funzioni religiose che si tenevano nei giorni festivi (Vescovo Tommaso Taglialatela).
Tra il 1766 e il 1779 la chiesa viene arricchita di un altro altare dedicato a Sant'Agata ed a San Girolamo ubicato nella parte opposta a quella del SS. Crocifisso (Sisto Y Britto, 1779). La chiesa non subisce modifiche sostanziali fino alla prima metà dell’Ottocento, quando, nel 1836, viene eretta la Scala Santa per le indulgenze plenarie e parziali. Ciò implicò lo spostamento dell'altare di Gesù Crocifisso nel corpo di fabbrica terminale con una parete aggiunta nella parte destra della chiesa.
Nel 1836, viene chiesta la somma di circa 50 ducati per la realizzazione delle volte a crociera e dell'orchestra per l'organo, per rimuovere le due campane che si trovano vicino la chiesa e spostarle sopra il tetto, per allargare due finestre per dare maggiore luce alla chiesa ed infine per realizzare un camerino necessario alla sagrestia. Da qui si procedette alla realizzazione dei locali di servizio quali la nuova sagrestia al piano superiore, la stanza da letto, il bagno, la cucina e la sala da pranzo, locali resi necessari per l'alloggio del canonico. Dalla seconda metà dell’Ottocento, non ci sono stati più sostanziali interventi al manufatto eccetto l'inserimento in facciata di un offertorio in marmo per l'elemosina che riporta l'epigrafe del 1909. Inoltre una cartolina del 1913, mostra la facciata con due campanili simmetrici rispetto all'asse centrale, uno dei quali è tuttora visibile sul lato sinistro della chiesa, l'altro si può osservare proprio dietro quello sinistro.